venerdì 16 gennaio 2015

Poste e burocrazia fanno perdere 40mila euro al Comune

La burocrazia italiana colpisce ancora, e questa volta la vittima è il Comune di Sant’Ambrogio.
Verso la fine del 2014, ai Comuni è stata offerta la possibilità di rinegoziare i mutui, diminuendone il tasso d’interesse, ma aumentandone la durata. Questo, se nel lungo termine comporterà un aumento del costo totale, nell’immediato concede la possibilità di utilizzare risorse, magari importanti, che finora venivano stanziate per il pagamento degli interessi. Nel caso di Sant’Ambrogio, la rinegoziazione avrebbe permesso al Comune di disporre di circa 40mila euro in più all’anno.
Il sindaco Fracchia
Vista l’opportunità, il 20 novembre il Comune comunica alla Cassa Depositi e Presititi la propria adesione formale alla rinegoziazione dei mutui. Dopo un notevole lavoro per preparare tutta la documentazione, il 27 novembre questa adesione viene portata in consiglio tramite apposita delibera ed il 28 novembre gli incartamenti vengono spediti a Roma tramite posta raccomandata. Incredibilmente però, la documentazione arriva a Roma solo 18 dicembre, superando lo scadere del termine ultimo per farla pervenire fissato per il 2 dicembre. 
Visto il notevole ritardo, il 23 dicembre, la Cassa Depositi e Prestiti provvede a comunicare al Comune che la rinegoziazione non potrà avere luogo in quanto la documentazione non è pervenuta in tempo. Essendo però che il ritardo non è imputabile agli uffici santambrogesi, il sindaco, Dario Fracchia, telefona a Roma per chiedere spiegazioni, senza però ricevere una risposta soddisfacente. «Mi dicono che non fa fede il timbro postale – racconta Fracchia – e che la prossima volta è meglio affidarsi ad un corriere. Chiedendo il perché, nel 2014, non si ricorra alla posta elettronica certificata, ma si insista sulla documentazione cartacea, mi viene data una risposta avvilente: “perché così è stabilito!”».

In sintesi, per un grave disservizio postale e per la tipica burocrazia italiana il Comune di Sant’Ambrogio ha così perso una possibilità di investimento a breve termine sul proprio territorio. «Naturalmente non mi arrendo – sottolinea Fracchia – e come sindaco farò di tutto per portare all’attenzione del Governo questa ennesima vergogna del sistema. Adesso ho capito sulla mia pelle cosa significhi “la burocrazia uccide il lavoro e lo sviluppo”. Un fatto magari sopportabile in altri tempi, ma intollerabile in un periodo di emergenza come questo, in cui il lavoro ha la priorità assoluta».

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