giovedì 22 gennaio 2015

Comune e Politecnico insieme per Sant'Ambrogio

Dopo due anni di rapporti informali tra il Comune di Sant’Ambrogio ed il Politecnico di Torino, lo scorso 7 ottobre  è arrivata la firma di un protocollo d’intesa tra i due enti. Questo protocollo, firmato dal sindaco, Dario Fracchia, e dal direttore del Dipartimento di Architettura, il prof. Rocco Curto, ufficializza il rapporto di collaborazione che il Comune aveva intrapreso con il prof. Enrico Moncalvo. Quest’ultimo, dal 2012 aveva iniziato a proporre ai suoi studenti dei laboratori didattici sul campo aventi come oggetto le corti medievali santambrogesi e, in un secondo momento, anche l’ex maglificio Bosio e la sua possibile riqualificazione.
Veduta su Sant'Ambrogio
Da due anni, non è raro incontrare gruppi di aspiranti architetti che si aggirano per il paese armati di macchina fotografica e della strumentazione necessaria per effettuare i rilievi. Molti dei disegni da essi prodotti sono stati oggetto di una mostra organizzata, in occasione della festa patronale, presso la sala consigliare. Inoltre, ai giovani progettisti ed alle loro idee per l’urbanistica di Sant’Ambrogio è stata dedicata una serata, durante la quale il pubblico è stato informato dei possibili interventi di recupero edilizio del centro storico.
D’altro canto, l’Università ha invitato il sindaco presso la sua sede per illustrare la variante strutturale al piano regolatore del Comune, presa ad esempio di buona pratica amministrativa. 

Il protocollo d’intesa firmato con il Politecnico, che avrà validità fino al 31 dicembre 2017, formalizza non solo le attività finora svolte, ma le amplia anche ad altri interventi. Nei prossimi mesi, infatti, verrà realizzato uno studio, condotto e diretto dal prof. Curto, sulla fattibilità economica, la sostenibilità e le ricadute occupazionali dello sviluppo dell’offerta turistica legata al percorso a piedi che, tramite la mulattiera e la ferrata, conduce dalla stazione ferroviaria fino alla Sacra. Sarà inoltre oggetto di valutazione da parte del Politecnico la possibile riqualificazione dell’ex complesso industriale di oltre 15mila metri quadri sito nel centro del paese, conosciuto come ex Maglificio Bosio.

venerdì 16 gennaio 2015

Poste e burocrazia fanno perdere 40mila euro al Comune

La burocrazia italiana colpisce ancora, e questa volta la vittima è il Comune di Sant’Ambrogio.
Verso la fine del 2014, ai Comuni è stata offerta la possibilità di rinegoziare i mutui, diminuendone il tasso d’interesse, ma aumentandone la durata. Questo, se nel lungo termine comporterà un aumento del costo totale, nell’immediato concede la possibilità di utilizzare risorse, magari importanti, che finora venivano stanziate per il pagamento degli interessi. Nel caso di Sant’Ambrogio, la rinegoziazione avrebbe permesso al Comune di disporre di circa 40mila euro in più all’anno.
Il sindaco Fracchia
Vista l’opportunità, il 20 novembre il Comune comunica alla Cassa Depositi e Presititi la propria adesione formale alla rinegoziazione dei mutui. Dopo un notevole lavoro per preparare tutta la documentazione, il 27 novembre questa adesione viene portata in consiglio tramite apposita delibera ed il 28 novembre gli incartamenti vengono spediti a Roma tramite posta raccomandata. Incredibilmente però, la documentazione arriva a Roma solo 18 dicembre, superando lo scadere del termine ultimo per farla pervenire fissato per il 2 dicembre. 
Visto il notevole ritardo, il 23 dicembre, la Cassa Depositi e Prestiti provvede a comunicare al Comune che la rinegoziazione non potrà avere luogo in quanto la documentazione non è pervenuta in tempo. Essendo però che il ritardo non è imputabile agli uffici santambrogesi, il sindaco, Dario Fracchia, telefona a Roma per chiedere spiegazioni, senza però ricevere una risposta soddisfacente. «Mi dicono che non fa fede il timbro postale – racconta Fracchia – e che la prossima volta è meglio affidarsi ad un corriere. Chiedendo il perché, nel 2014, non si ricorra alla posta elettronica certificata, ma si insista sulla documentazione cartacea, mi viene data una risposta avvilente: “perché così è stabilito!”».

In sintesi, per un grave disservizio postale e per la tipica burocrazia italiana il Comune di Sant’Ambrogio ha così perso una possibilità di investimento a breve termine sul proprio territorio. «Naturalmente non mi arrendo – sottolinea Fracchia – e come sindaco farò di tutto per portare all’attenzione del Governo questa ennesima vergogna del sistema. Adesso ho capito sulla mia pelle cosa significhi “la burocrazia uccide il lavoro e lo sviluppo”. Un fatto magari sopportabile in altri tempi, ma intollerabile in un periodo di emergenza come questo, in cui il lavoro ha la priorità assoluta».

giovedì 8 gennaio 2015

Contro i vandali, il Progetto Beni Comuni

Agli atti di vandalismo e di inciviltà, l’amministrazione comunale di Sant’Ambrogio e l’Istituto Comprensivo rispondono con il “Progetto Beni Comuni”.
Il sindaco, Dario Fracchia
Questa iniziativa, realizzata in collaborazione con i borghi e voluta dall’assessore all’istruzione e alla cultura Antonella Falchero, si articola in due fasi. Nella prima, gli alunni della scuola secondaria Anna Frank, sotto la guida della professoressa Lombardo, hanno realizzato alcune sagome natalizie di compensato, che sono state esposte per il paese durante le festività. Nella seconda fase i ragazzi si adopereranno per la realizzazione e la cura di alcuni spazi verdi del paese. L’iniziativa va ad integrarsi nelle opere riguardanti il concorso “Comuni Fioriti”, al quale Sant’Ambrogio partecipa ormai da diversi anni.

«L'obiettivo – spiega il sindaco, Dario Fracchia - è di far partecipare direttamente i ragazzi all'allestimento e alla cura di alcuni angoli fioriti per inculcare in loro il senso di appartenenza e di impegno personale necessari per far progredire il senso civico nel paese rendendolo più bello e pulito. Questo progetto ha ovviamente come scopo secondario impedire e prevenire atti vandalici che spesso trovano fertile terreno proprio nei giovani adolescenti, che per noia ed insipienza talvolta si abbandonano ad atti inconsulti».