Con l’accordo firmato giovedì 16 aprile
tra il sindaco, Dario Fracchia, e il direttore regionale dell’Agenzia del Demanio,
Roberto Fusari, la proprietà del castello abbaziale di Sant’Ambrogio passerà
totalmente dallo Stato al Comune. Si conclude così a Palazzo Chiablese, sede
del Segretariato Regionale del MIBACT, una trattativa per il possesso e la
fruizione dell’immobile iniziata nel lontano 2002.
Autorità al momento della firma |
In quell’anno fu proprio il
Comune ad avviare un progetto per il recupero dell’edificio, ormai ridotto ad
un rudere fatiscente. Data la volontà di eseguire un intervento globale di
valorizzazione, chiese in concessione anche la parte del castello non di sua
proprietà, ma appartenente allo Stato. Ad un anno di distanza, l’Agenzia del
Demanio comunicò di non aver accolto la richiesta di acquisizione dell’intera
struttura, ma, sempre nel 2003, la Soprintendenza Regionale per i Beni
Archeologici approvò il progetto definitivo per la realizzazione degli scavi archeologici
sul bene.
I lavori vennero così avviati e
si conclusero nel 2012, con la trasformazione del castello in una struttura
adatta all’attività ricettiva. Dopo la stipula di un contratto di couso tra
Demanio e Comune, a gennaio 2014 venne avviata una gara per la concessione in
affidamento, andata però deserta probabilmente a causa dei parametri
restrittivi imposti dallo Stato. Dato ciò, lo scorso anno venne approvato un
progetto per l'acquisizione del castello da parte del Comune, già possessore
del 32 percento dell’immobile.
L’intesa firmata giovedì 16
aprile prevede il trasferimento a titolo gratuito dell’immobile, proprio per
consentire l’attuazione di un programma di recupero, tutela e valorizzazione
del bene.
Soddisfatto il sindaco Fracchia,
che ha preannunciato: «Abbiamo già fatto una manifestazione d’interesse dalla quale sono
risultati 5 soggetti che potrebbero volerlo. Ora il Demanio ci ha confermato
che possiamo partire da subito con il bando per l’affidamento in gestione,
quindi contiamo di farlo uscire già nel giro di un paio di settimane».
Nessun commento:
Posta un commento