martedì 30 dicembre 2014

Ancora un morto al "Giro dell'ora". Forse adesso arriverà la rotonda.

Ennesimo incidente alla curva del “giro dell’ora”, al termine del rettilineo della SS25 che da Chiusa di San Michele si immette in Sant’Ambrogio. Nello schianto, avvenuto poco prima della mezzanotte di giovedì 18 dicembre, ha perso la vita una romena di 27 anni, Ionela Chiran, residente a Susa. La giovane era a bordo di una Skoda guidata da un connazionale di 29 anni che, mentre viaggiava in direzione Torino, ha perso il controllo del veicolo invadendo la corsia opposta, per poi fermare la sua corsa contro il guardrail. Con uno schianto così terribile a nulla sono valsi i soccorsi di ambulanza e vigili del fuoco.
La pericolosità di questo tratto è ancora più palese se si esaminano i dati degli ultimi 10 anni, in cui si sono verificati 184 incidenti, con 154 feriti e 12 morti. Cifre che spaventano e che caricano di importanza le richieste più volte avanzate dal Comune di Sant’Ambrogio all’ANAS per la messa in sicurezza del tratto mediante la costruzione di una rotonda. Dopo diverse lettere scritte  senza ricevere risposta, di cui l’ultima datata 23 ottobre, il sindaco, Dario Fracchia, nella prima mattinata di martedì 23 dicembre ha nuovamente preso in mano il telefono. «Ho parlato con il capo compartimento dell’ANAS, l’ing. Celia, il quale mi ha assicurato che manderà due progettisti a fare un sopralluogo già questa mattina. Una volta ottenuto il progetto, sarà però cura del Comune trovare i finanziamenti».
Nonostante ci sia voluto l’ennesimo morto, questa è la prima buona notizia per questo tratto di viabilità. «In attesa della rotonda – continua Fracchia – abbiamo intenzione di installare dei rilevatori di velocità. Non si tratta però di un intervento sostitutivo, ma di un tampone momentaneo al problema».

domenica 28 dicembre 2014

L'antico castello abbaziale risorge. A chi affidarlo ora?

Forse non tutti sanno che la Sacra di San Michele non è l'unico edificio che torreggia su Sant’Ambrogio, ma, appena sopra il centro storico, esiste anche un antico castello, dimora degli abati della Sacra tra il XIII ed il XIV secolo.
Nelle diverse centinaia di anni che lo hanno portato fino a noi, l’edificio venne saccheggiato e danneggiato, lasciando ai due proprietari, lo Stato ed il Comune di Sant’Ambrogio, nient’altro che un rudere fatiscente.
Ingresso del castello
Nel 2002, fu proprio il Comune ad avviare un progetto di recupero, chiedendo in concessione anche la parte demaniale per poter eseguire un intervento di valorizzazione che interessasse completamente l’edificio. Un anno dopo, però, l’Agenzia del Demanio comunicò di non aver accolto la richiesta di acquisizione dell’intera struttura, ma, sempre nel 2003, la Soprintendenza Regionale per i Beni Archeologici approvò il progetto definitivo per la realizzazione degli scavi archeologici sul bene.
I lavori vennero così avviati e si conclusero nel 2012, con la trasformazione del castello in una struttura adatta all’attività ricettiva. Dopo la stipula di un contratto di couso tra Demanio e Comune, a gennaio 2014 venne avviata una gara per la concessione in affidamento, senza che però nessuna delle ditte invitate facesse un’offerta. Così, ben 12 anni dopo il primo rifiuto da parte dello Stato, qualche mese fa è stato approvato il progetto di valorizzazione per l'acquisizione a titolo gratuito del castello da parte del Comune.
L'interno del cortile
Quest’ultimo ne possedeva già il 32percento, ma, essendo che la restante parte era di proprietà demaniale non era stato possibile l'affidamento, in quanto il Demanio impone un contratto di massimo sei anni e con la manutenzione straordinaria a carico dell'affittuario, due condizioni che hanno fatto desistere i potenziali gestori. In particolare, una durata così breve del contratto d’affitto scoraggia a  fare un investimento tanto importante, vista la necessità di acquistare cucina ed arredi.
Il piano di valorizzazione presentato dal Comune comprende anche diverse altre attività ed iniziative che ruoteranno intorno al castello. Queste includono la riqualificazione della via ferrata, del centro storico, della pista ciclabile, della via Francigena e del laghetto dei Camosci, il piano di recupero dell’ex maglificio Bosio, la realizzazione di uno spazio museale nella torre comunale, le iniziative culturali e turistiche come il “Meliga day” e la “Battaglia delle Chiuse”, la valorizzazione dei prodotti enogastronomici. Inoltre, è in fase di studio un progetto per la formazione di giovani guide turistiche che possano mostrare i beni santambrogesi ai visitatori.
Dal 13 novembre è stata aperta la possibilità di presentare le manifestazioni di interesse per il castello abbaziale di via Sacra di San Michele, 34. Sembrano esserci buone prospettive per la struttura, infatti, secondo quanto affermato dal sindaco, Dario Fracchia: «Abbiamo già avuto parecchie visite di soggetti interessati e contiamo per la prossima  primavera di poter affidare in gestione il castello. Chi lo prenderà, troverà sicuramente un paese vivo e vitale a soli 25 minuti di treno dal centro di Torino e dotato di grandi potenzialità per un turismo di prossimità o proveniente anche da più lontano».

mercoledì 17 dicembre 2014

La cava Toro non sgombera, ma fa ricorso al TAR.

Continuano le vicende legate alla cava della Toro srl, sul confine tra Chiusa di San Michele e Sant’Ambrogio.
Dopo il sopralluogo, avvenuto il 15 luglio, da parte del NOE (Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri), dell’Arpa e dei responsabili degli uffici tecnici dei due comuni, erano state emesse due ordinanze di sgombero dei materiali rinvenuti. Per quanto riguarda il territorio di Chiusa, sarebbero stati da rimuovere diversi fusti contenenti bitume e altri liquidi, mentre sul territorio Sant’Ambrogio dovevano essere tritati gli enormi cumuli di materiale presenti sul piazzale. Questi interventi non sono mai stati intrapresi e non erano più giunte notizie da parte della Toro srl, almeno fino alla scorsa settimana.
Infatti, proprio nei primi giorni di dicembre è stato recapitato un esposto ai due Comuni, in cui si annuncia che la proprietà, rifiutando le ordinanze di sgombero, ha fatto ricorso al TAR. Ciò che viene contestato sono le modalità di emissione delle ordinanze, per cui la proprietà afferma di non essere stata avvertita, che non le sono stati mostrati i verbali dei ROS e che i sindaci non avrebbero avuto l’autorità per emettere tali ordinanze.  
Per il sindaco di Sant’Ambrogio, Dario Fracchia: «Si tratta di un ricorso strumentale che non ha alcuna base giuridica». Intanto però, mentre si procede alle verifiche, si allontana nei due Comuni la speranza di vedere bonificata quell’area.
Infatti, oltre alla difficoltà di far valere le proprie ragioni, c’è il fatto che la proprietà sarebbe intestata ad una signora di oltre ottant’anni, quindi difficilmente incriminabile per qualsivoglia motivo.
Una situazione che imprime di amarezza le parole di Fracchia: «Non so davvero come andrà a finire. Vista la situazione giuridica del nostro Stato, la vedo grigia. Ora dobbiamo vedere se riusciamo ad imporgli qualcosa, ma non sono così fiducioso». Il primo cittadino di Sant’Ambrogio ha comunque confermato la volontà di costituirsi parte civile. 
Purtroppo, nel caso in cui i due Comuni non riescano a spuntarla, difficilmente saranno in grado di far eseguire la rimozione dei materiali, che avrebbe dei costi molto elevati. In tal caso si dovrebbero aspettare finanziamenti provenienti da chissà dove, mentre nell’area permarrebbe il degrado che crea un danno non solo all’ambiente, ma anche all’immagine dell’intero Piemonte, essendo posto proprio ai piedi del monumento che ne è il simbolo.

giovedì 4 dicembre 2014

Gli studenti di Sant'Ambrogio alla scoperta di Malta

Dal 16 al 21 novembre, un gruppo di studenti della scuola secondaria di primo grado di Sant’Ambrogio si è recato sull’isola di Malta per migliorare il livello di conoscenza della lingua inglese.
Gli studenti, accompagnati dall’insegnante di inglese, Luisa Comoglio, dalla prof.ssa Elisa Franchino e dalla dirigente scolastica, hanno frequentato le lezioni mattutine della Link School of English di St.Julians. Dopo un test d’ingresso, in cui è stato valutato il grado di padronanza della lingua, i ragazzi sono stati divisi in diverse classi ed hanno svolto la regolare attività scolastica mattutina.
Nel pomeriggio, accompagnati da una guida locale, hanno visitato le principali località turistiche dell’Isola: dall’antica capitale, Medina, a quella attuale, La Valletta, con gli eccezionali dipinti del Caravaggio  custoditi nella Cattedrale di San Giovanni. Da non dimenticare anche le località balneari di St. Gorge e St.Julians, e le Tre Città: Senglea, Cospicua e Vittoriosa.
La costa meridionale, per secoli porta di accesso per pirati e conquistatori, ha accolto il gruppo con gli splendidi colori delle barche ancorate a  Mrsaxlokk, mentre la grande cupola della chiesa di Mosta, quarta in Europa per dimensioni, ha destato l’interesse dei ragazzi per l’ardita struttura architettonica e per le vicende legate alla seconda guerra mondiale.
Gli studenti con la direttrice
Una mattinata è stata inoltre dedicata alla scoperta dei siti megalitici di Hagar Qim e Mnaidra, risalenti al tardo neolitico, in cui si sono siti alcuni templi costruiti migliaia di anni prima della piramidi o di Stonhege. Le spiagge nella Golden Bay ed il mare trasparente della Grotta Blu, hanno reso indimenticabili questi giorni, passati all’insegna della storia, della conoscenza di tradizioni, luoghi e culture, diverse ma sempre affascinanti.
Novità del soggiorno di quest’anno è stata la partecipazione del gruppo di Sant’Ambrogio al concorso cinematografico indetto dalla Malta Film Commission e dall’Associazione AMCM. I ragazzi hanno realizzato un cortometraggio, le cui immagini sono state girate a Malta e a Sant’Ambrogio, avente come tema di fondo l’interculturalità e l’integrazione. Il regista, Massimiliano Finotti, che aveva già realizzato con la scuola “A. Frank” la docu-finction su Peppino Impastato, ha seguito il gruppo per curare le riprese. I ragazzi proseguiranno quindi il lavoro nel laboratorio di cinema che si tiene il venerdì pomeriggio a scuola.
«Speriamo di ottenere un posto sul podio dei vincitori – ha affermato la direttrice scolastica, Cristina Cerruti - anche perché, in premio, vi sono delle cospicue somme di denaro da destinare alla scuola. In ogni caso, l’esperienza vissuta è stata arricchente sia per gli alunni sia per i docenti, nell’ottica dell’interculturalità e dell’apertura all’Europa».

martedì 2 dicembre 2014

Concorso letterario "Il Marengo d'oro"

Un’atmosfera frizzate, fatta non solo di parole, ma anche di musica, ha colorato, martedì 25 novembre, la premiazione del concorso letterario “Il Marengo d’oro – Smeraldo Ottone”, nato da un’idea de “I Silenzioinsala”. Questa compagnia di teatro amatoriale santambrogese nacque nel 2012 con lo scopo  di diffondere la cultura in Valle di Susa e ovunque gliene venga data la possibilità.  Dato il carattere dell’iniziativa, non poteva non essere dedicata a Smeraldo Ottone, poeta in lingua piemontese che nacque nel 1908 e visse a Sant’Ambrogio.
Probabilmente nemmeno gli organizzatori si aspettavano un così alto numero di adesioni al concorso, avente come tema “Oltre i confini”. Molti i racconti che sono giunti da tutta Italia, ma solo sei sono stati selezionati per la votazione finale, tenutasi durante la serata di premiazione di martedì 25. Una serata in cui letture di brani e poesie, canzoni, musica e discorsi si sono intervallati dando vita ad un coinvolgente ensemble culturale.
Due i “Marenghi d’oro” assegnati da due giurie distinte, una popolare, l’altra di esperti. Quest’ultima, composta da Thiebat Denise, Anna Valmer Bolognesi, Fabio Levi, Sergio Vigna, e Fabio Geda ha voluto premiare il racconto di Veronica Rosso, “Effe”. La giuria popolare invece, composta la pubblico in sala, ha assegnato il “Marengo d’oro”  al racconto di Alessandra Boschis, “Al di là degli occhi”.
Dei tanti testi presentati al concorso, molti non sono stati ammessi in quanto non scritti in forma di racconto. Tra di essi, uno ha però colpito talmente i giudici da meritargli un premio speciale: “Diario di Viaggio” di Roberta Crisula. Inoltre, tra i tanti racconti uno è giunto persino dal carcere dell’isola di Gorgona. A scriverlo un detenuto che, in una struggente lettera allegata, ha provato a descrivere le condizioni di vita dietro le sbarre, dure e prive di un vero conforto se non quello della lettura. Per questo motivo, l’uomo, che svolge anche il ruolo di responsabile della biblioteca, ha lanciato un appello per la raccolta di libri da far pervenire al carcere. Chiunque voglia aderire a questa raccolta può rivolgersi direttamente a “I Silenzioinsala”.
Intervista a Fabio Geda (sulla sinistra)
Sono tante le forme e gli stili dei testi che sono stati presentati al concorso. Questo, come ha spiegato anche il presidente della giuria, Fabio Geda, è dovuto al fatto che nelle opere è sempre presente un po’ della propria esperienza personale. «Uno scrive racconti non per cercare delle risposte, ma per porre delle domande», ha sottolineato Geda, autore del noto “Nel mare ci sono i coccodrilli”. Perciò non resta che guardare ai tanti scrittori in erba, sperando che scelgano di mettere nero su bianco le proprie domande per la prossima edizione de “Il Marengo d’oro”.